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Il garage sotterraneo della discoteca Freedom
14.04.2012 11:27
Alle ore 03:45 del 23 marzo 2003 a casa del detective BOB uomo burbero e silenzioso, squillò il telefono. Il commissariato commisariato comunicò al detective il ritrovamento di una ragazza mora con occhi marroni e molto alta, morta nel sotterraneo buio della discoteca Freedom alla periferia di Pescara. In un balzo il detective scese dal letto, in fretta e furia cercò fra il disordine dell'armadio cercava il cappotto che indossava e con un fischio chiamò il suo fedele collega, Beagle un cane grasottello ma molto agile con un fiuto eccellente, soprattutto alla caccia delle lucertole. Arrivati sul luogo del delitto fece allontanare tutta la gente intorno al cadavare e incominciò a raccogliere tutte le prove e a domandare a tutti i presenti e soprattutto, le amiche informazioni utili su gli ultimi istanti della vita della ragazza. Nel rivedere le registrazioni delle telecamere notò che nessuna auto aveva lasciato il parcheggio dopo l'ora dell'omicidio, quindi capì che l' assassino era ancora dentro. La ragazza fu ritrovata dinanzi alla sua auto coa le chiavi inserite all' interno della serratura leggermente piegata, intorno furono ritrovate delle perline di colore verde smeraldo. Il detective notò che poco distante dal cadavere Beagle stava annusando vicino a una impalcatura, e forse una di quei bastoni di ferro poteva essere l'arma del delitto. Era quasi giorno quando il detective e il suo cane rientrarono in casa. Posò sulla scrivania di colore marrone misura media e di legno pregiato, tutte le prove che aveva raccolto e si sdraiò sulla sua vecchia e comoda poltrona di vicino al camino a riflettere e cercava di risolvere il caso, quando la quarta sera all'improvviso saltò dalla poltrona e corse al commissariato e fece chiamare Elisa l'amica della vittima. Dopo un lungo colloquio, la ragazza uscì dall'ufficio amanettata, I suoi colleghi chiesero spiegazioni, e lui raccontò, che capì chi era l'assassino dalle perline ritrovate a terra uguali al cerchietto dell'amica e dal tatuaggio a forma di farfalla sul polso ripreso dalle telecamere dell'ascensore, subito dopo l'ora dell'omicidio. Quando il detective interrogò la ragazza e le fece notare queste prove contro di lei, cominciò a piangere e raccontò l'accaduto. Quella sera le due ragazze litigarono perchè Giulia aveva scoperto che Elisa aveva una relazione con il sul ragazzo. La minacciò, dicendole che avrebbe raccontato tutto ai suoi genitori di ciò che faceva, e scappò via. Elisa la insuguì fino al sotterraneo e cercò in tutti i modi di fermarla, ma lei non voleva sepere nulla. Elisa presa dal panico afferrò una sbarra di ferro e la colpì, mentre la vittima cercava di aprire l'auto. Lei non voleva ucciderla ma tutte quelle gocce di sangue a terra e sulla sua FIAT 600 azzurra, le faceva capire che era morta, impaurita nascose l'arma nel tombino e ritornò di corsa in discoteca, sperando che nessuno l'abbia vista.