Note di una notte tragica (Alessia Ricciardelli)

24.01.2013 16:56

 

 

Era una sera di fine ottobre a Sydney, quando Eleanor doveva esibirsi nella prestigiosa Opera House.  Entrò con ansia. Sin da bambina sognava di esibirsi qui; disegnava e parlava a tutti di quel luogo così tanto magico. Aveva gli occhi lucidi, mentre ricordava i suoi momenti da bambina, e ora non le sembrava vero che stesse per salire su quel palco. Era andata nel suo camerino lasciando tutto su una sedia, anche il suo portafortuna. Era un elefantino di giada che le aveva regalato sua zia quando andò in India. Prese la bottiglia d’acqua e si avviò verso il sipario. Di lato c’era Conor molto pensieroso, con i suoi occhi azzurri rivolti ad una scatolina blu. Sembrava preziosa, ma ora non c’era tempo per pensare a Conor perché era arrivato il suo turno. Si chiuse il sipario e andò al centro. Il sipario si aprì e lei iniziò a cantare Aria della Regina della Notte del Flauto Magico. Eleanor tra sé  e sé  si sentiva spensierata mentre intonava le note più alte della sinfonia.

 

Si spensero le luci. Cosa stava succedendo? D’un tratto l’orchestra suonò Il Destino Bussa alla Porta di Beethoven. William Lloyd,il direttore d’orchestra, non c’era. L’orchestra suonava senza una guida. Eleanor corse verso il suo camerino. Entrò, accese le luci, ma c’era qualcosa che non andava. Quello non era il suo camerino. Era un posto orribile dove c’erano fegati, occhi di gatto e ragnatele. Cercò di uscire, ma la porta era chiusa. Poi guardò verso la zona alta della parete. C’erano delle maschere di Venezia colorate di ogni tipo, tonalità e fantasia. Però mancava quella viola, evidentemente era superstizioso il signore che aveva questo camerino. D’un tratto la porta si aprì, c’era la maschera mancante, quella viola. Aveva un coltello, ma sotto non c’era una persona, perché si muoveva in un modo non umano.  El prese il coltello dalla maschera e la colpì. Tolse la maschera. Sotto c’era qualcosa…

 

Era un automa, ovvero una bambola meccanica che si muoveva da sola.  Com’era possibile? La bambola si riattivò, Eleanor scappò, finalmente la porta era aperta. Chi l’aveva tenuta chiusa là dentro? Del signor Lloyd non c’era più traccia. Conor l’afferrò e la trascinò dietro ad un nascondiglio. Salirono delle scale; ad un certo punto uscirono 8 serpenti che li rincorsero e iniziarono a sputare veleno.  Ciò che toccava il veleno spariva. Eleanor e Conor volevano fermarsi, ma non potevano, altrimenti sparivano pure loro. Quando i serpenti scomparvero, entrarono in una grande stanza, dove c’era una luce abbagliante. Tutto d’un tratto ci fu una scossa, iniziò a staccarsi tutto e c’erano degli isolotti che galleggiavano nel vuoto. Eleanor avvertiva un movimento sotto i suoi piedi, evidentemente perché l’isolotto dove stava alzata si stava muovendo. Iniziarono a riunirsi tutti gli isolotti fino a rifare la “terra ferma”.  Apparve una scala ed Eleanor salì alcuni gradini … Ma Conor?

 

Conor non c’era più. El aveva pensato solo a se stessa e perciò non si era accorta di Conor che cadeva. Non seppe più che fare, così salì quelle scale. Arrivò sulle Vele. Le scavalcò con la paura di cadere giù, El sentì un brivido dietro la schiena.

 

Era Conor! Eleanor lo abbracciò fortemente  dato che pensava fosse caduto giù. Eleanor  aveva il sogno ormai distrutto e si voleva buttare giù,  ma Conor cercò di convincerla a non farlo, ma lei lo fece, si buttò e…

 

 

Driiiiiiiiin

La mamma di Eleanor  le disse: ”Dai El, svegliati perchè altrimenti arrivi tardi a scuola”. Eleanor, con tono assonnato, le rispose:” Si mamma, ora mi alzo!” e fece un respiro profondo di sollievo.

 

 Note di una notte tragica

Era una sera di fine ottobre a Sydney, quando Eleanor doveva esibirsi nella prestigiosa Opera House.  Entrò con ansia. Sin da bambina sognava di esibirsi qui; disegnava e parlava a tutti di quel luogo così tanto magico. Aveva gli occhi lucidi, mentre ricordava i suoi momenti da bambina, e ora non le sembrava vero che stesse per salire su quel palco. Era andata nel suo camerino lasciando tutto su una sedia, anche il suo portafortuna. Era un elefantino di giada che le aveva regalato sua zia quando andò in India. Prese la bottiglia d’acqua e si avviò verso il sipario. Di lato c’era Conor molto pensieroso, con i suoi occhi azzurri rivolti ad una scatolina blu. Sembrava preziosa, ma ora non c’era tempo per pensare a Conor perché era arrivato il suo turno. Si chiuse il sipario e andò al centro. Il sipario si aprì e lei iniziò a cantare Aria della Regina della Notte del Flauto Magico. Eleanor tra sé  e sé  si sentiva spensierata mentre intonava le note più alte della sinfonia.

 

Si spensero le luci. Cosa stava succedendo? D’un tratto l’orchestra suonò Il Destino Bussa alla Porta di Beethoven. William Lloyd,il direttore d’orchestra, non c’era. L’orchestra suonava senza una guida. Eleanor corse verso il suo camerino. Entrò, accese le luci, ma c’era qualcosa che non andava. Quello non era il suo camerino. Era un posto orribile dove c’erano fegati, occhi di gatto e ragnatele. Cercò di uscire, ma la porta era chiusa. Poi guardò verso la zona alta della parete. C’erano delle maschere di Venezia colorate di ogni tipo, tonalità e fantasia. Però mancava quella viola, evidentemente era superstizioso il signore che aveva questo camerino. D’un tratto la porta si aprì, c’era la maschera mancante, quella viola. Aveva un coltello, ma sotto non c’era una persona, perché si muoveva in un modo non umano.  El prese il coltello dalla maschera e la colpì. Tolse la maschera. Sotto c’era qualcosa…

 

Era un automa, ovvero una bambola meccanica che si muoveva da sola.  Com’era possibile? La bambola si riattivò, Eleanor scappò, finalmente la porta era aperta. Chi l’aveva tenuta chiusa là dentro? Del signor Lloyd non c’era più traccia. Conor l’afferrò e la trascinò dietro ad un nascondiglio. Salirono delle scale; ad un certo punto uscirono 8 serpenti che li rincorsero e iniziarono a sputare veleno.  Ciò che toccava il veleno spariva. Eleanor e Conor volevano fermarsi, ma non potevano, altrimenti sparivano pure loro. Quando i serpenti scomparvero, entrarono in una grande stanza, dove c’era una luce abbagliante. Tutto d’un tratto ci fu una scossa, iniziò a staccarsi tutto e c’erano degli isolotti che galleggiavano nel vuoto. Eleanor avvertiva un movimento sotto i suoi piedi, evidentemente perché l’isolotto dove stava alzata si stava muovendo. Iniziarono a riunirsi tutti gli isolotti fino a rifare la “terra ferma”.  Apparve una scala ed Eleanor salì alcuni gradini … Ma Conor?

 

Conor non c’era più. El aveva pensato solo a se stessa e perciò non si era accorta di Conor che cadeva. Non seppe più che fare, così salì quelle scale. Arrivò sulle Vele. Le scavalcò con la paura di cadere giù, El sentì un brivido dietro la schiena.

 

Era Conor! Eleanor lo abbracciò fortemente  dato che pensava fosse caduto giù. Eleanor  aveva il sogno ormai distrutto e si voleva buttare giù,  ma Conor cercò di convincerla a non farlo, ma lei lo fece, si buttò e…

 

 

Driiiiiiiiin

La mamma di Eleanor  le disse: ”Dai El, svegliati perchè altrimenti arrivi tardi a scuola”. Eleanor, con tono assonnato, le rispose:” Si mamma, ora mi alzo!” e fece un respiro profondo di sollievo.

 

 Note di una notte tragica

Era una sera di fine ottobre a Sydney, quando Eleanor doveva esibirsi nella prestigiosa Opera House.  Entrò con ansia. Sin da bambina sognava di esibirsi qui; disegnava e parlava a tutti di quel luogo così tanto magico. Aveva gli occhi lucidi, mentre ricordava i suoi momenti da bambina, e ora non le sembrava vero che stesse per salire su quel palco. Era andata nel suo camerino lasciando tutto su una sedia, anche il suo portafortuna. Era un elefantino di giada che le aveva regalato sua zia quando andò in India. Prese la bottiglia d’acqua e si avviò verso il sipario. Di lato c’era Conor molto pensieroso, con i suoi occhi azzurri rivolti ad una scatolina blu. Sembrava preziosa, ma ora non c’era tempo per pensare a Conor perché era arrivato il suo turno. Si chiuse il sipario e andò al centro. Il sipario si aprì e lei iniziò a cantare Aria della Regina della Notte del Flauto Magico. Eleanor tra sé  e sé  si sentiva spensierata mentre intonava le note più alte della sinfonia.

 

Si spensero le luci. Cosa stava succedendo? D’un tratto l’orchestra suonò Il Destino Bussa alla Porta di Beethoven. William Lloyd,il direttore d’orchestra, non c’era. L’orchestra suonava senza una guida. Eleanor corse verso il suo camerino. Entrò, accese le luci, ma c’era qualcosa che non andava. Quello non era il suo camerino. Era un posto orribile dove c’erano fegati, occhi di gatto e ragnatele. Cercò di uscire, ma la porta era chiusa. Poi guardò verso la zona alta della parete. C’erano delle maschere di Venezia colorate di ogni tipo, tonalità e fantasia. Però mancava quella viola, evidentemente era superstizioso il signore che aveva questo camerino. D’un tratto la porta si aprì, c’era la maschera mancante, quella viola. Aveva un coltello, ma sotto non c’era una persona, perché si muoveva in un modo non umano.  El prese il coltello dalla maschera e la colpì. Tolse la maschera. Sotto c’era qualcosa…

 

Era un automa, ovvero una bambola meccanica che si muoveva da sola.  Com’era possibile? La bambola si riattivò, Eleanor scappò, finalmente la porta era aperta. Chi l’aveva tenuta chiusa là dentro? Del signor Lloyd non c’era più traccia. Conor l’afferrò e la trascinò dietro ad un nascondiglio. Salirono delle scale; ad un certo punto uscirono 8 serpenti che li rincorsero e iniziarono a sputare veleno.  Ciò che toccava il veleno spariva. Eleanor e Conor volevano fermarsi, ma non potevano, altrimenti sparivano pure loro. Quando i serpenti scomparvero, entrarono in una grande stanza, dove c’era una luce abbagliante. Tutto d’un tratto ci fu una scossa, iniziò a staccarsi tutto e c’erano degli isolotti che galleggiavano nel vuoto. Eleanor avvertiva un movimento sotto i suoi piedi, evidentemente perché l’isolotto dove stava alzata si stava muovendo. Iniziarono a riunirsi tutti gli isolotti fino a rifare la “terra ferma”.  Apparve una scala ed Eleanor salì alcuni gradini … Ma Conor?

 

Conor non c’era più. El aveva pensato solo a se stessa e perciò non si era accorta di Conor che cadeva. Non seppe più che fare, così salì quelle scale. Arrivò sulle Vele. Le scavalcò con la paura di cadere giù, El sentì un brivido dietro la schiena.

 

Era Conor! Eleanor lo abbracciò fortemente  dato che pensava fosse caduto giù. Eleanor  aveva il sogno ormai distrutto e si voleva buttare giù,  ma Conor cercò di convincerla a non farlo, ma lei lo fece, si buttò e…

 

 

Driiiiiiiiin

La mamma di Eleanor  le disse: ”Dai El, svegliati perchè altrimenti arrivi tardi a scuola”. Eleanor, con tono assonnato, le rispose:” Si mamma, ora mi alzo!” e fece un respiro profondo di sollievo.

 

 Note di una notte tragica

Era una sera di fine ottobre a Sydney, quando Eleanor doveva esibirsi nella prestigiosa Opera House.  Entrò con ansia. Sin da bambina sognava di esibirsi qui; disegnava e parlava a tutti di quel luogo così tanto magico. Aveva gli occhi lucidi, mentre ricordava i suoi momenti da bambina, e ora non le sembrava vero che stesse per salire su quel palco. Era andata nel suo camerino lasciando tutto su una sedia, anche il suo portafortuna. Era un elefantino di giada che le aveva regalato sua zia quando andò in India. Prese la bottiglia d’acqua e si avviò verso il sipario. Di lato c’era Conor molto pensieroso, con i suoi occhi azzurri rivolti ad una scatolina blu. Sembrava preziosa, ma ora non c’era tempo per pensare a Conor perché era arrivato il suo turno. Si chiuse il sipario e andò al centro. Il sipario si aprì e lei iniziò a cantare Aria della Regina della Notte del Flauto Magico. Eleanor tra sé  e sé  si sentiva spensierata mentre intonava le note più alte della sinfonia.

 

Si spensero le luci. Cosa stava succedendo? D’un tratto l’orchestra suonò Il Destino Bussa alla Porta di Beethoven. William Lloyd,il direttore d’orchestra, non c’era. L’orchestra suonava senza una guida. Eleanor corse verso il suo camerino. Entrò, accese le luci, ma c’era qualcosa che non andava. Quello non era il suo camerino. Era un posto orribile dove c’erano fegati, occhi di gatto e ragnatele. Cercò di uscire, ma la porta era chiusa. Poi guardò verso la zona alta della parete. C’erano delle maschere di Venezia colorate di ogni tipo, tonalità e fantasia. Però mancava quella viola, evidentemente era superstizioso il signore che aveva questo camerino. D’un tratto la porta si aprì, c’era la maschera mancante, quella viola. Aveva un coltello, ma sotto non c’era una persona, perché si muoveva in un modo non umano.  El prese il coltello dalla maschera e la colpì. Tolse la maschera. Sotto c’era qualcosa…

 

Era un automa, ovvero una bambola meccanica che si muoveva da sola.  Com’era possibile? La bambola si riattivò, Eleanor scappò, finalmente la porta era aperta. Chi l’aveva tenuta chiusa là dentro? Del signor Lloyd non c’era più traccia. Conor l’afferrò e la trascinò dietro ad un nascondiglio. Salirono delle scale; ad un certo punto uscirono 8 serpenti che li rincorsero e iniziarono a sputare veleno.  Ciò che toccava il veleno spariva. Eleanor e Conor volevano fermarsi, ma non potevano, altrimenti sparivano pure loro. Quando i serpenti scomparvero, entrarono in una grande stanza, dove c’era una luce abbagliante. Tutto d’un tratto ci fu una scossa, iniziò a staccarsi tutto e c’erano degli isolotti che galleggiavano nel vuoto. Eleanor avvertiva un movimento sotto i suoi piedi, evidentemente perché l’isolotto dove stava alzata si stava muovendo. Iniziarono a riunirsi tutti gli isolotti fino a rifare la “terra ferma”.  Apparve una scala ed Eleanor salì alcuni gradini … Ma Conor?

 

Conor non c’era più. El aveva pensato solo a se stessa e perciò non si era accorta di Conor che cadeva. Non seppe più che fare, così salì quelle scale. Arrivò sulle Vele. Le scavalcò con la paura di cadere giù, El sentì un brivido dietro la schiena.

 

Era Conor! Eleanor lo abbracciò fortemente  dato che pensava fosse caduto giù. Eleanor  aveva il sogno ormai distrutto e si voleva buttare giù,  ma Conor cercò di convincerla a non farlo, ma lei lo fece, si buttò e…

 

 

Driiiiiiiiin

La mamma di Eleanor  le disse: ”Dai El, svegliati perchè altrimenti arrivi tardi a scuola”. Eleanor, con tono assonnato, le rispose:” Si mamma, ora mi alzo!” e fece un respiro profondo di sollievo.

 

 Note di una notte tragica

Era una sera di fine ottobre a Sydney, quando Eleanor doveva esibirsi nella prestigiosa Opera House.  Entrò con ansia. Sin da bambina sognava di esibirsi qui; disegnava e parlava a tutti di quel luogo così tanto magico. Aveva gli occhi lucidi, mentre ricordava i suoi momenti da bambina, e ora non le sembrava vero che stesse per salire su quel palco. Era andata nel suo camerino lasciando tutto su una sedia, anche il suo portafortuna. Era un elefantino di giada che le aveva regalato sua zia quando andò in India. Prese la bottiglia d’acqua e si avviò verso il sipario. Di lato c’era Conor molto pensieroso, con i suoi occhi azzurri rivolti ad una scatolina blu. Sembrava preziosa, ma ora non c’era tempo per pensare a Conor perché era arrivato il suo turno. Si chiuse il sipario e andò al centro. Il sipario si aprì e lei iniziò a cantare Aria della Regina della Notte del Flauto Magico. Eleanor tra sé  e sé  si sentiva spensierata mentre intonava le note più alte della sinfonia.

 

Si spensero le luci. Cosa stava succedendo? D’un tratto l’orchestra suonò Il Destino Bussa alla Porta di Beethoven. William Lloyd,il direttore d’orchestra, non c’era. L’orchestra suonava senza una guida. Eleanor corse verso il suo camerino. Entrò, accese le luci, ma c’era qualcosa che non andava. Quello non era il suo camerino. Era un posto orribile dove c’erano fegati, occhi di gatto e ragnatele. Cercò di uscire, ma la porta era chiusa. Poi guardò verso la zona alta della parete. C’erano delle maschere di Venezia colorate di ogni tipo, tonalità e fantasia. Però mancava quella viola, evidentemente era superstizioso il signore che aveva questo camerino. D’un tratto la porta si aprì, c’era la maschera mancante, quella viola. Aveva un coltello, ma sotto non c’era una persona, perché si muoveva in un modo non umano.  El prese il coltello dalla maschera e la colpì. Tolse la maschera. Sotto c’era qualcosa…

 

Era un automa, ovvero una bambola meccanica che si muoveva da sola.  Com’era possibile? La bambola si riattivò, Eleanor scappò, finalmente la porta era aperta. Chi l’aveva tenuta chiusa là dentro? Del signor Lloyd non c’era più traccia. Conor l’afferrò e la trascinò dietro ad un nascondiglio. Salirono delle scale; ad un certo punto uscirono 8 serpenti che li rincorsero e iniziarono a sputare veleno.  Ciò che toccava il veleno spariva. Eleanor e Conor volevano fermarsi, ma non potevano, altrimenti sparivano pure loro. Quando i serpenti scomparvero, entrarono in una grande stanza, dove c’era una luce abbagliante. Tutto d’un tratto ci fu una scossa, iniziò a staccarsi tutto e c’erano degli isolotti che galleggiavano nel vuoto. Eleanor avvertiva un movimento sotto i suoi piedi, evidentemente perché l’isolotto dove stava alzata si stava muovendo. Iniziarono a riunirsi tutti gli isolotti fino a rifare la “terra ferma”.  Apparve una scala ed Eleanor salì alcuni gradini … Ma Conor?

 

Conor non c’era più. El aveva pensato solo a se stessa e perciò non si era accorta di Conor che cadeva. Non seppe più che fare, così salì quelle scale. Arrivò sulle Vele. Le scavalcò con la paura di cadere giù, El sentì un brivido dietro la schiena.

 

Era Conor! Eleanor lo abbracciò fortemente  dato che pensava fosse caduto giù. Eleanor  aveva il sogno ormai distrutto e si voleva buttare giù,  ma Conor cercò di convincerla a non farlo, ma lei lo fece, si buttò e…

 

 

Driiiiiiiiin

La mamma di Eleanor  le disse: ”Dai El, svegliati perchè altrimenti arrivi tardi a scuola”. Eleanor, con tono assonnato, le rispose:” Si mamma, ora mi alzo!” e fece un respiro profondo di sollievo.

 

 Note di una notte tragica

Era una sera di fine ottobre a Sydney, quando Eleanor doveva esibirsi nella prestigiosa Opera House.  Entrò con ansia. Sin da bambina sognava di esibirsi qui; disegnava e parlava a tutti di quel luogo così tanto magico. Aveva gli occhi lucidi, mentre ricordava i suoi momenti da bambina, e ora non le sembrava vero che stesse per salire su quel palco. Era andata nel suo camerino lasciando tutto su una sedia, anche il suo portafortuna. Era un elefantino di giada che le aveva regalato sua zia quando andò in India. Prese la bottiglia d’acqua e si avviò verso il sipario. Di lato c’era Conor molto pensieroso, con i suoi occhi azzurri rivolti ad una scatolina blu. Sembrava preziosa, ma ora non c’era tempo per pensare a Conor perché era arrivato il suo turno. Si chiuse il sipario e andò al centro. Il sipario si aprì e lei iniziò a cantare Aria della Regina della Notte del Flauto Magico. Eleanor tra sé  e sé  si sentiva spensierata mentre intonava le note più alte della sinfonia.

 

Si spensero le luci. Cosa stava succedendo? D’un tratto l’orchestra suonò Il Destino Bussa alla Porta di Beethoven. William Lloyd,il direttore d’orchestra, non c’era. L’orchestra suonava senza una guida. Eleanor corse verso il suo camerino. Entrò, accese le luci, ma c’era qualcosa che non andava. Quello non era il suo camerino. Era un posto orribile dove c’erano fegati, occhi di gatto e ragnatele. Cercò di uscire, ma la porta era chiusa. Poi guardò verso la zona alta della parete. C’erano delle maschere di Venezia colorate di ogni tipo, tonalità e fantasia. Però mancava quella viola, evidentemente era superstizioso il signore che aveva questo camerino. D’un tratto la porta si aprì, c’era la maschera mancante, quella viola. Aveva un coltello, ma sotto non c’era una persona, perché si muoveva in un modo non umano.  El prese il coltello dalla maschera e la colpì. Tolse la maschera. Sotto c’era qualcosa…

 

Era un automa, ovvero una bambola meccanica che si muoveva da sola.  Com’era possibile? La bambola si riattivò, Eleanor scappò, finalmente la porta era aperta. Chi l’aveva tenuta chiusa là dentro? Del signor Lloyd non c’era più traccia. Conor l’afferrò e la trascinò dietro ad un nascondiglio. Salirono delle scale; ad un certo punto uscirono 8 serpenti che li rincorsero e iniziarono a sputare veleno.  Ciò che toccava il veleno spariva. Eleanor e Conor volevano fermarsi, ma non potevano, altrimenti sparivano pure loro. Quando i serpenti scomparvero, entrarono in una grande stanza, dove c’era una luce abbagliante. Tutto d’un tratto ci fu una scossa, iniziò a staccarsi tutto e c’erano degli isolotti che galleggiavano nel vuoto. Eleanor avvertiva un movimento sotto i suoi piedi, evidentemente perché l’isolotto dove stava alzata si stava muovendo. Iniziarono a riunirsi tutti gli isolotti fino a rifare la “terra ferma”.  Apparve una scala ed Eleanor salì alcuni gradini … Ma Conor?

 

Conor non c’era più. El aveva pensato solo a se stessa e perciò non si era accorta di Conor che cadeva. Non seppe più che fare, così salì quelle scale. Arrivò sulle Vele. Le scavalcò con la paura di cadere giù, El sentì un brivido dietro la schiena.

 

Era Conor! Eleanor lo abbracciò fortemente  dato che pensava fosse caduto giù. Eleanor  aveva il sogno ormai distrutto e si voleva buttare giù,  ma Conor cercò di convincerla a non farlo, ma lei lo fece, si buttò e…

 

 

Driiiiiiiiin

La mamma di Eleanor  le disse: ”Dai El, svegliati perchè altrimenti arrivi tardi a scuola”. Eleanor, con tono assonnato, le rispose:” Si mamma, ora mi alzo!” e fece un respiro profondo di sollievo.